Come parlare in pubblico con autorevolezza: le pause.

Come esprimere autorevolezza quando parliamo con clienti, collaboratori, colleghi e in ogni altra interazione umana, usando lo strumento della pausa.

1. Quando una persona appare autorevole

Autorevole è una parola che deriva da "autore". Chi è autorevole, allora, crea contenuti, produce pensieri e li condivide. Chi ha ascolta ha la percezione di portare a casa informazioni utili. Ecco il punto, il passaggio chiave, che sta in chi ascolta:

l'autorevolezza non è un vestito che indossiamo, ma l'autorevolezza è una percezione negli occhi di chi ci ascolta

Pensa alle persone che stimi e che ascolti volentieri, perché le segui? Perché da loro impari contenuti importanti, perché è un piacere ascoltarle, perché senti che puoi migliorare grazie a ciò che loro dicono. Siamo noi che attribuiamo autorevolezza alle persone.

Il lavoro da parte nostra consiste allora nel migliorare la percezione di autorevolezza nei nostri interlocutori. 

2. Come viene percepita la pausa

Brevissimo video introduttivo:

Nessuna persona vorrebbe fare pause nei propri discorsi all'inizio delle consulenze e delle formazioni che conduco. Quasi sempre le persone temono di annoiare, e questo è comprensibile perché chi parla ha una percezione diversa da chi ascolta.

Piccolo esercizio pratico per farti capire: 

  • fai un breve discorso di nemmeno un minuto, per esempio su che cosa hai fatto ieri sera o questa mattina e

  • imponiti di fare una pausa contando mentalmente 3 secondi "1... 2... 3". Fatto? Procedi nella lettura.

La pausa sarà stata di 3 secondi circa, e come l'hai percepita? Molte persone la sentono lunghissima, anche interminabile.

Ma la verità è che una persona che stesse ascoltando, durante quella pausa di 3 secondi, non si metterebbe a cronometrare. Quando ascolti una persona che parla, sei portato o portata a riflettere su ciò che dice. Metti in collegamento i vari concetti. Questo potrebbe servirti una pausa di tre secondi da parte di una persona che ascolta: a collegare i puntini e a far mente locale sui contenuti.

 

Ecco a cosa serve la pausa: ad aiutare le persone a comprendere. E chi comprende sente chi parla come autore di contenuti, quindi autorevole.

 

Naturalmente i contenuti devono essere almeno in parte originali, e ben organizzati, ma di questo parleremo altrove.

Importante: la pausa non deve essere troppo lunga, perché altrimenti chi ascolta inizierebbe un suo viaggio personale e noi lo perderemo travolto dai suoi pensieri. Nota: i 3 secondi sono indicativi. La pratica e quindi l'esperienza ti renderanno sensibile. 

3. La pausa nel discorso ha più vantaggi

Pensa ai più grandi oratori, pensa ai TED Talk. Pensa ai monologhi celebri, come I have a dream. Sono tutti pieni di pause.

Chi parla e usa pause attiva la nostra curiosità e ci dà un senso di sicurezza, perché durante la sua pausa il suo sguardo non è smarrito, ma è impassibile e mostra di avere chiara in mente la mappa del proprio discorso.

Chi parla in pubblico troppo velocemente, allora, perde in autorevolezza. Chi parla in pubblico utilizzando le pause è percepito come sicuro e autorevole.

 La pausa ha allora più vantaggi:

  • permette a chi ascolta di riflettere e di seguirci con consapevolezza

  • permette a chi parla di prendere respiro

  • permette di rompere la monotonia, ed evitare la noia

  • permette di cambiare toni e volumi con più facilità

  • permette di stimolare curiosità.

Ecco perché ribadisco l'importanza di lavorare sulla propria sicurezza. Per farlo basta cambiare postura e le sensazioni, le parole e i pensieri cambieranno. Ti consiglio di prendere la tua copia gratuita di addio insicurezza, BENVENUTA SICUREZZA :) Vedi qui.

 

4. Le pause nel discorso: inizia

Immagina di essere tu a parlare: hai bisogno di prendere fiato, giusto? Ecco, in quel punto puoi approfittare per fare una pausa del discorso, ma bisogna fare attenzione al punto sbagliato da evitare.

Distinguiamo due macro tipologia di pause del parlato:

  • le pause in cui prendere fiato

  • le pause in cui ci si limita a rallentare

Vediamo ora alcune possibilità.

4.1 Rallentare senza prendere fiato

L’errore da evitare assolutamente è fare la pausa spezzando la frase minandone la comprensione.

Un criterio per evitare questo inconveniente consiste nel rifarsi alla regola dell’uso della virgola, che conosciamo già. In questo caso, se la frase non è lunghissima, è opportuno evitare di prendere fiato per evitare una cesura, un taglio immotivato. Sappiamo che mai possiamo separare il soggetto dal predicato con una virgola:

NO > Mario ieri, mi ha telefonato.

A meno che non si ricorra alla doppia virgola:

SÌ >  Mario, ieri, mi ha telefonato.

Tuttavia nel parlato posso inserire una pausa minuscola, quasi impercettibile, anche se un po’ forzata, con un fine espressivo, come volessi creare attesa in chi ascolta:    

Mario (minuscola pausa, ma senza prendere fiato) ieri mi ha telefonato.

4.2 Frasi lunghe e incidentali

Quando la frase è lunga e contiene subordinate, ha senso prendere fiato, anzi in tal modo si potrebbe perfino dare colore alle subordinate stesse:

Mario, diversamente da quello che mi sarei ragionevolmente atteso, (pausa anche per prendere fiato) ieri mi ha telefonato.

Se poi volessimo conferire maggior drammaticità all’incidentale, potremmo aggiungere ben due pause:    

Mario, (pausa 1 anche per prendere fiato) diversamente da quello che mi sarei ragionevolmente atteso, (pausa 2 anche per prendere fiato) ieri mi ha telefonato.

Questo effetto va dosato perché l’abuso potrebbe appesantire l’ascolto.

 

5. Le pause nel discorso per contenuto

Suggerisco di prendere respiro e fare pause più importanti in funzione del contenuto. In questo caso sono due i effetti concreti che possiamo ottenere: prendere respiro fisico e permettere al pubblico di prendere respiro mentale con le pause. Il tempo anche di contare mentalmente fino a 2, ad esempio. 

Nota bene

Queste tempistiche di pausa sono indicative e vanno poi declinate secondo la tua sensibilità, purché la pausa non rischi di divenire un intervallo, che sarebbe troppo lungo per chi ti ascolta.

D'altra parte percepiamo una certa curiosità quando siamo noi ad ascoltare una persona che mentre parla a un certo punto si ferma. E magari si ferma sul più bello. In tal caso potremmo essere proprio noi a volerlo aiutare a continuare.

    

6. Due casi pratici per fare le pause espressive

Ti propongo ora due tipi di pause e due immagini motivanti per aiutarti a fare davvero le pause. Se vuoi puoi vedere anche questo video:

6.1. Le pause nel discorso per sotto argomenti

Le pause per sotto argomenti sono indispensabili per mostrare meglio gli argomenti all’uditorio.

In pratica, pensa a un articolo di giornale o di un blog dove il testo è diviso in paragrafi. Ogni paragrafo è una micro sequenza delle macro sequenze. C’è una pausa visiva, grazie all'a-capo e magari uno spazio. Questo spazio è aria, il nostro respiro. Lo vedi anche in questo stesso articolo.

Leggi qui l'approfondimento sull'ordine degli argomenti.

6.2. Le pause nel discorso per parole chiave

Le pause per parole chiave servono per sottolineare concetti importanti, snodi di svolta nel discorso.

Segnati le parole chiave di ogni blocco tematico. Lì farai la pausa. 

In pratica immagina di guidare la tua auto in città, arrivi allo stop o al semaforo rosso: solitamente non arresterai l’auto bruscamente modalità on/off. Di solito, quando ti avvicini allo stop, sollevi il piede dall’acceleratore, freni e a quel punto ti fermi. E al momento opportuno riprenderai la marcia. Rallenta allora l'eloquio per evidenziare la parola chiave. Stop: questa è la pausa. Insomma, gestisci le pause come guidassi in città.

7. La pausa ti aiuta a improvvisare

All’inizio può sembrare complicato, ma… ricordi quanto poteva sembrare complicato guidare l’auto le prime volte? Anche in questo caso si tratta di cominciare, di allenarsi, e le pause ad un certo punto verranno da sé.

Con le pause respirano tuoi polmoni e respira il cervello di chi ti ascolta, perché la pausa permette al pubblico di riflettere su quello che viene detto.

Questo concetto non ha bisogno di grandi spiegazioni, penserai, e per un verso è proprio così. Ma la pausa durante l'improvvisazione aiuta anche a creare quel senso di attesa che può rendere ancora più interessante un discorso creato lì per lì, a braccio. È la suspence.

Ecco il video in cui ti spiego proprio come creare suspence grazie alle pause:

8. Bonus avanzato sulla pausa.

Quando avrai cominciato ad avere più dimestichezza con le pause, ti suggerisco ti aggiungere questa chicca: usa la respirazione accentuandola.

Stai per dire una parola chiave e quindi farai la pausa come abbiamo visto sopra e in sua corrispondenza userai inspirazione ed espirazione per aumentare l'effetto. Per esempio:

 

«Quand'ero giovane pensavo che bastasse la tecnica per diventare un vero professionista, tuttavia

- qui inspiri clamorosamente, cioè facendo sentire il suono della tua inspirazione a chi ti ascolta

(tuttavia) mi sbagliavo».

- qui espiri clamorosamente, cioè facendo sentire il suono della tua espirazione a chi ti ascolta.

 

Questa tecnica è utilissima anche per riprendere fiato quando dovessimo andare in affanno per esempio a causa dell'emozione. Inoltre ti rende autorevole nella percezione di chi ti ascolta, perché darai il senso di forte presenza in ciò che stai dicendo.

Per migliorare la tua sicurezza quando parli, ancora una volta ti suggerisco caldamente di prendere la tua copia gratuita dell'esercizio pratico addio insicurezza, BENVENUTA SICUREZZA :) lo trovi qui.

Attenzione solo a usarla con misura, come per ogni pennellata di espressività. Lo scopo del public speaking è sempre quello di abbellire. Il rischio è di appesantire il discorso. Usiamo dunque gli strumenti espressivi per arricchire le nostre parole :)

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