28. Quando la comunicazione è efficace.

La fatica che proviamo nel comunicare nasce spesso dall'ansia di dover essere valutato un "bravo comunicatore" e dal timore del giudizio. Ma quando la comunicazione è davvero efficace? Quando ha un effetto su chi ascolta. Qui ti aiuto a focalizzarti sul tuo pubblico.

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L'errore comune è confondere l'efficacia con la preparazione: molti pensano che la comunicazione sia efficace quando un discorso è ben fatto, ben ragionato, o costruito con gli "ingredienti giusti".

Ragionare sugli ingredienti è solo una premessa, non l'efficacia stessa, perché non risponde alla domanda su quando la comunicazione ottiene un effetto concreto. La parola efficacia è chiara: vuol dire che si ottiene un effetto.

Il fattore più importante per l'efficacia è il pubblico, l'ascoltatore. L'effetto deve essere su di loro. Puoi avere anche una presentazione mediocre, ma se ottiene l’effetto che ti eri prefisso sulle persone che ascoltano, la comunicazione è stata efficace. Ciò significa che la tua comunicazione deve essere pensata prima di tutto per quelle persone.

Il parametro di misura dell’efficacia della comunicazione.

Lo strumento di misura per capire se la comunicazione è efficace è il destinatario. Con 2 criteri chiave:

  1. Se la persona è riuscita a capire il tuo messaggio.

  2. Se la persona ha compiuto l'azione che tu desideravi, suggerivi o consigliavi.

Ma se cerchiamo il riconoscimento o vogliamo farci belli quando prendiamo parola, la comunicazione non funziona. Perché diventa uno strumento che ha come fine se stessi invece del vero focus, cioè chi ascolta. Il vero obiettivo dell’azione di comunicare dovrebbe essere aiutare le persone a capire il messaggio.

Come rendere la comunicazione efficace.

  1. Aiuta l'ascoltatore a capire: la tua disposizione d'animo deve essere rivolta ad aiutare chi ascolta a capire il messaggio. Se devono essere loro a capire, devi trovare la buona ragione perché ti ascoltino.

  2. Assumi il suo punto di vista: l'efficacia aumenta se riesci ad assumere il punto di vista del tuo interlocutore. Questo non significa "mettersi nei panni degli altri" (un'espressione vaga), ma comprendere il punto fisico da cui l'altro sta osservando le cose. Le sue idee, i suoi problemi, i suoi desideri, sogni, aneliti.

  3. Chiarezza del tuo ruolo: puoi assumere il punto di vista dell'altro solo se hai chiarezza di chi sei tu, del tuo ruolo e di cosa puoi portare a quella persona. Il mio consiglio è assumere il suo punto di vista, ma mantenendo i tuoi panni. Mantenendo cioè il tuo ruolo, la tua professionalità, le tue credenze, il tuo sguardo. ➞ Su questo ti consiglio il video corso gratuito Fatti ascoltare, entra da qui

  4. Toccare l'emotività dell’altro: è importante toccare l'emotività del tuo pubblico con rispetto. Rispetto significa che dovresti avere realmente a cuore le loro difficoltà, i loro problemi concreti, le loro preoccupazioni, i timori o le paure.

Verifica dell'efficacia del tuo messaggio.

Per verificare l'efficacia, ti consiglio di fare una prova con complice che faccia da pubblico test. Non chiedere mai se sei stato bravo/a, perché ripiegheresti su un giudizio sulla tua persona e non sull'efficacia della comunicazione. La domanda circa l'essere o non essere bravi è una domanda narcisistica. Ma a noi serve valutare l'efficacia, cioè l'effetto su chi ascolta.

Dopo aver dato la prova del tuo intervento, ti consiglio di cuore di chiedere:

  • che cosa hai capito di quello che ho detto?

  • che cosa ti è arrivato?

  • che cosa ti ha colpito di quello che ho detto?

Buona pratica.


Chi è Stefano Todeschi

Sono consulente e formatore specializzato in public speaking pratico. Lavoro con imprenditori, manager e professionisti appassionati che vogliono saper coinvolgere clienti e collaboratori durante presentazioni, incontri e meeting aziendali.

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