3 insegnamenti fuorvianti per parlare in pubblico > e come risolverli

Che cosa possiamo fare per per farci ricordare quando parliamo in pubblico? Come possiamo per rendere memorabili i nostri discorsi e per rendere accattivanti le presentazioni dei nostri prodotti e dei nostri servizi?

Purtroppo molti degli insegnamenti che spesso troviamo nel web sul public speaking rischiano di complicare la vita a chi come te vuole parlare bene. Molti di questi sono fuorvianti, e possono procurarti danno facendoti perdere opportunità, anche nella vendita. Ne vediamo tre.

1. Insegnamento fuorviante n. 1: "non dare mai le spalle al pubblico"

Immagina che ci troviamo per strada, e una persona in coda come altre davanti a un chiosco cominci a guardare per aria e a interagire con un vicino intavolando una discussione su ciò che vi sarebbe in cielo continuando a guardare in su. Che cosa si metterebbero a fare le altre persone in coda?

Esatto, le altre persone inizierebbero a guardare verso il cielo, chi alla ricerca di non si sa che, chi convinto di vedere qualche cosa, chi ostentando indifferenza ma sbirciando in cielo di tanto in tanto con la coda dell'occhio.

Questa è una regola assoluta che proviene dal mondo del teatro: è sufficiente che una persona guardi insistentemente un certo punto nello spazio e tutti i presenti smetteranno di guardare la persona per osservare quel punto.

Tant'è che in teatro il regista si arrabbierebbe se l'attore decidesse di rinforzare questa azione utilizzando il dito per indicare il punto: sarebbe ridondante, didascalico, inutile e perciò dannoso.

I nostri interlocutori, dopo aver visto noi osservare un determinato oggetto, volgono il proprio sguardo esattamente verso ciò che noi guardiamo. A quel punto non ha più importanza se chi ci ha indotti a guardare lì o là stia dandoci il petto oppure le spalle, perché ormai siamo totalmente focalizzati sull'oggetto di osservazione.

1.2 Che cosa fare per un public speaking naturale e coinvolgente

Sto per spiegarti un espediente pratico per guidare lo sguardo delle persone che ti stanno ascoltando. Se vuoi imparare davvero a interagire con le persone per coinvolgere e ottenere seguito, ti segnalo il mio manuale pratico PUBLIC SPEAKING PRATICO ==> lo trovi qui.

Immagina te stesso mentre spieghi come funziona il tuo prodotto: se desideri che la persona guardi con attenzione l’oggetto, volgi su di esso il tuo sguardo e poi tutto te stesso. In pratica dai pure le spalle al tuo pubblico. In questo modo stai comunicando che il vero focus è il tuo prodotto e tutti vi si focalizzeranno.

Dovrai inoltre usare il prodotto, tanto che nessuno farà realmente caso alla tua postura di spalle. Quello di non dare le spalle al pubblico era infatti l'implorazione che ci rivolgeva la mia maestra a scuola quando preparavamo la recita di fine anno, ma la maestra lo faceva per due ragioni che hanno a che fare con i bambini. La prima ragione è che c'erano bambini che si vergognavano visceralmente della recita. 

La seconda ragione: la maestra sapeva che i bambini vivono l'esperienza teatrale come un gioco, e per un bimbo ogni esperienza di gioco è immersiva fino a fargli perdere il contatto con la realtà circostante. Di conseguenza i bambini possono dimenticare di trovarsi davanti a persone che hanno bisogno di vedere per capire la vicenda rappresentata.

Ma un adulto non ha più bisogno di questo artificio della maestra.

Puoi allora dare le spalle al pubblico anche se stai mostrando immagini con le tue slide: pensa a quanto può risultare potenziante verso un’immagine speciale il fatto che tu ti metta a guardarla con tutto il corpo, magari facendo una pausa nel tuo eloquio. 

Puoi approfondire bene sulle pause in questo articolo.

Quando avrai terminato di gestire il tuo oggetto-prodotto, ricordati di tornare ad aprirti frontalmente verso le persone che ti staranno ascoltando.

2. Insegnamento fuorviante n. 2: "devi essere molto espressivo con il volto"

Guarda questa persona:

Ora guarda quest'altra persona:

Ora ti ripropongo le stesse immagini corredate di didascalie su ciò che ognuna di queste persone voleva dirti:

La domanda è: era così indispensabile assumere espressioni tanto esplicite mentre già con le parole le due persone stavano raccontando la loro emozione?

No, anzi l'effetto è del tutto ridondante. Persino noioso, urtante e fastidioso. Perché mai? In realtà lo sappiamo da un centinaio di anni, ma è un'informazione che arriva raramente al grande pubblico. Lo vediamo subito.

Negli anni '20 del '900, il regista russo Lev Vladimirovič Kulešov condusse una ricerca importantissima. Egli girò alcuni secondi di un primo piano di un attore con un'espressione neutra, priva di emozione. Con quel primo piano compose 3 montaggi:

  1. primo montaggio: il primo piano seguito dall'immagine di un cane

  2. secondo montaggio: il primo piano seguito dall'immagine di un piatto di minestra

  3. terzo montaggio: il primo piano seguito dall'immagine di un defunto sul letto.

Mostrò i tre montaggi a tre pubblici diversi. Quali furono le reazioni dei tre pubblici? Ti ricordo che il primo piano che aveva utilizzato in ciascuno dei tre montaggi era sempre lo stesso, e cioè l'attore con un'espressione neutra in volto.

Ciascun pubblico aveva visto solo uno dei tre montaggi. I risultati furono sorprendenti. Tutte le persone dei tre pubblici sostenevano infatti che l'attore era estremamente espressivo, e che l'emozione del personaggio traspariva chiaramente. Eppure noi sappiamo che l'immagine era sempre la stessa e mostrava l'attore privo di emozione.

Il segreto stava nel montaggio. E nel lavoro che il pubblico ha bisogno di fare sempre. Prova a pensarci, tutte le volte che assisti a un evento, tutte le volte che senti raccontare una storia o vedi una persona compiere un'azione, d'istinto cerchi di capire che cosa stia accadendo e cerchi di capire perché e che cosa potrebbe accadere successivamente.

Tutti noi esseri umani abbiamo il bisogno di attribuire significato alle cose di cui facciamo esperienza. E lo facciamo, attribuiamo significato in autonomia.

NOTA

Attribuiamo significato al volto così come attribuiamo significato ai gesti. Ti chiedi mai se gesticoli troppo oppure abbastanza? Per diventare consapevole del tuo modo di gesticolare, ti suggerisco questo video training gratuito: GESTICOLA BENE, lo trovi qui. 

2.2 Che cosa fare per un public speaking che tenga sveglio il pubblico

Risulta chiaro dunque che quando parliamo con le persone dobbiamo lasciare loro la possibilità di interpretare per poter attribuire significato.

Se dovessimo invece spiegare troppo, il pubblico diverrebbe passivo. Quindi ricordati di cercare perlopiù di dare poche spiegazioni, lasciando l'interpretazione al pubblico, e perciò usa un'espressività naturale.  Questo comporta come risultato due vantaggi:

  1. risparmierai tempo ed energie dovendo impegnarti in minori spiegazioni, perché il pubblico lavorerà per te cercando di attribuire significato;

  2. proprio perché il pubblico sentirà il viscerale bisogno di interpretare e attribuire significato, avrà la possibilità di essere attivo e sentirsi quindi più partecipe proprio grazie a te che gliel'avrei permesso.

Questo significa che non puoi essere espressivo? No.

Questo significa che puoi benissimo essere espressivo, ma che non devi spingere l'espressività esagerandola. Il risultato sarebbe ridondante e annoiante. Come fare dunque?

Semplicemente parla, semplicemente racconta, e lascia che la tua espressività segua il suo corso. Se senti che tuttavia stai spingendo molto con l'espressione del volto, cioè se senti che i tuoi muscoli si contraggono sul volto, cerca di rilassarli quanto più possibile.

Lascia che, come accade nel cinema, siano gli interlocutori a cui parli a completare il montaggio.

Mi rendo conto che solamente da un articolo non è possibile ricavare una propria esperienza pratica di crescita formativa, che richiede tempo e applicazione. Tuttavia il primo insegnamento lo hai già portato a casa: evita di spingere l'espressività, e semplicemente parla. E per migliorare passo dopo passo la tua capacità di farti ascoltare, ti consiglio di nuovo il mio manuale pratico PUBLIC SPEAKING PRATICO ==> lo trovi qui.

3. Insegnamento fuorviante n. 3: "esplicita subito la tua tesi fin dall'inizio del tuo speech"

Immagina di avere davanti due persone che stanno per esprimere la loro opinione sulla pena di morte.

Il signor Mario afferma di essere contrario alla pena di morte, mentre la signora Maria afferma di essere favorevole alla pena di morte. Hai già deciso con chi stare?

Le persone in ascolto si divideranno in due grandi fazioni: i fan di Mario e i fan di Maria. Parentesi, ammetto che è possibile un terzo gruppo di minoranza di chi non ha ancora preso una decisione e desidera saperne di più sia da Mario che da Maria. Ma qui per noi rilevano poco.

Immagina una situazione simile, ma la persona è una sola: tu.

Prendi la parola, cominci a parlare ed espliciti subito la tua opinione circa la pena di morte. Esordisci subito dicendo che tu sei […] alla pena di morte. Che cosa accadrà?

La platea si dividerà in guelfi e ghibellini: chi ti amerà e chi ti odierà - più forse la solita minoranza di ascoltatori attendisti.

Questo è il rischio di esplicitare sin dall'inizio del discorso la tua  tesi, la tua idea principale: chi ti ama ti seguirà, chi ti odia smetterà di ascoltarti. Pensa se tu stessi presentando il tuo prodotto o il tuo servizio.

Se tu anticipassi troppo presto la presentazione del tuo prodotto, rischieresti di perdere l'attenzione di molte persone, tutte quelle che non sanno che potrebbero avere bisogno di compare da te. Quelle persone cioè che avrebbero potuto acquistare se solo tu le avessi agganciate da subito - invece che sul prodotto - sulla necessità di soluzione ad un loro problema.

3.2 Che cosa fare perché le persone ci ascoltino fino in fondo quando parliamo in pubblico

Un discorso è come un viaggio. Iniziamo il cammino, affrontiamo diverse tappe, e il traguardo arriva alla fine. Il traguardo è la tesi, l'idea principale. Il traguardo è il tuo prodotto, il tuo servizio.

Ciò che espliciteremo sin dal principio sarà ovviamente il tema, cioè il problema di cui desideriamo occuparci, insomma il fatto in sé che faremo un viaggio utile. Se porteremo le persone prendendole per mano verso la nostra tesi, permetteremo loro di percorrere questo viaggio incuriositi e desiderosi di saperne di più. Ciò non significa che alla fine la penseranno inevitabilmente come noi questo dipende dal nostro percorso retorico. 

Se attendi a esplicitare la tua opinione, ti dai la possibilità di essere ascoltato. 

Questa formula è un'anticipazione che ti regalo tratta dal manuale che sto scrivendo di public speaking pratico come non lo hai mai provato e immaginato. Mi raccomando, falla tua e usala a tuo beneficio.

Un'idea troppo esplicita e chiara sin dal principio costringe chi ascolta a subirla in passività, mentre un percorso in cui porti le persone a fare un viaggio, quasi come fosse un gioco, una piacevole interazione con te, terrà attive le persone e loro te ne saranno riconoscenti. Con il risultato che ti ascolteranno sino alla fine. E saranno anche propense all'acquisto.

4. In conclusione, che cosa puoi fare per farti ricordare quando parli alle persone

1. Abbiamo visto quanto sia importante evitare di muoversi alla stregua di geroglifici, quanto sia cioè importante aiutare le persone che ti ascoltano a focalizzarsi sugli oggetti e i contenuti che stiamo mostrando. Perciò ha senso e può essere persino utile dare le spalle al pubblico.

2. Abbiamo visto quanto sia superfluo e addirittura dannoso esplicitare troppo la nostra espressività, e cioè spingere troppo sulle nostre emozioni. Quando tu ascolti una persona mentre ti parla, desideri infatti poter essere attivo e desideri poter avere la libertà di dare significato, cioè di interpretare.

3. Abbiamo visto quanto è vitale tenere le persone incollate alla poltrona quando noi parliamo, con lo scopo che ci ascoltino fino in fondo. Non solo perché in fondo al viaggio troveranno la nostra grande idea, ma soprattutto perché è proprio in fondo che noi chiederemo loro di fare qualche cosa di importante. Alla fine che chiederemo loro di cliccare su un pulsante, fare un'offerta, acquistare un prodotto oppure un servizio.

In sintesi, per farci ricordare quando parliamo con le persone, per rendere memorabili i nostri discorsi e per rendere accattivanti le presentazioni dei nostri prodotti e dei nostri servizi, ciò che dobbiamo fare sempre è tenere attivo il pubblico.

Un pubblico che si sente attivo è un pubblico che partecipa, perché sente di avere un ruolo rilevante anche quando sei tu a parlare. Sente cioè di essere trattato con dignità e rispetto. E chi sente di essere trattato con dignità e rispetto è più aperto e disponibile, e può fare più facilmente ciò che gli viene richiesto di fare. Per esempio acquistare il tuo prodotto il tuo servizio.

Per approfondire questa tematica e tutte le altre sul public speaking, contattami: sarò felice di aiutarti con una consulenza qualificata.

E per diventare consapevole del tuo modo di gesticolare, ti ricordo il video training gratuito GESTICOLA BENE, lo trovi qui. 

Se ti interessa approfondire queste tematiche, puoi seguirmi su YouTube o su LinkedIn.

Oppure contattami per sapere come posso aiutarti con la consulenza privata.

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