Come diventare esperto della tua pratica

Non siamo foche da addestrare. Ecco lo strumento indispensabile per aiutarti a diventare davvero esperto in qualunque attività che ti richieda di fare pratica. Come la pratica per imparare a parlare bene in pubblico. 

Potrai così tenere in buon conto la tua insostituibile unicità.

1. Passa dall’addestramento al vero apprendimento.

Si potrebbe pensare che per imparare basti fare le cose che ci hanno insegnato a fare. Va bene, ma è un po’ poco, perché ciò significherebbe limitarci a ripetere azioni senza nemmeno capire che cosa davvero staremmo facendo, un po’ come le foche addestrate. 

Eppure con poco possiamo ottenere tanto di più, scommetti?

Pensa a quando telefoni a una persona. Componi il numero, oppure clicchi sul contatto in rubrica, avvicini il telefono all’orecchio, ascolti gli squilli e rispondi non appena senti che dall’altra parte aprono la comunicazione. Domanda: sei sicuro che sia tutto qui?

Che mi dici di ciò che tu provi mentre cerchi il contatto in rubrica? La fretta, la noia, il desiderio di trovarlo? Che mi dici di ciò che provi durante l’attesa? Che cosa provi quando ti chiedi se la persona risponderà o meno? E non appena risponde che sensazioni ti arrivano? Sollievo, gioia, indifferenza, fastidio perché magari avresti preferito che non rispondesse?

Tutto ciò è indifferente in funzione del resto della telefonata? Ovviamente no, non è indifferente.

Ora, l’esperienza non si fa con i libri, nemmeno guardando tutorial o seguendo webinar. L’esperienza si fa vivendo ed è proprio questo che ci rende esperti. Ciò significa che

è la tua esperienza che ti rende esperto.

L’esperienza di ognuno di noi esseri umani vivi si compone sempre di due parti: una è più o meno comune a tutte le altre persone, l’altra ci rende unici nell’universo. Le due parti consistono in:

  •  ► le azioni che abbiamo compiuto (comuni a tutti);

  •  ► le emozioni e le sensazioni che abbiamo provato prima, durante e dopo le azioni (uniche e irripetibili).

Sono proprio queste emozioni e sensazioni che andranno a incidere sul seguito, su come cioè proseguiremo l’interazione. Ecco perché non siamo foche da addestrare, ma persone che devono capire le esperienze vissute in prima persona. 

Quando parliamo noi non siamo semplicemente spettatori passivi al cinema, ma siamo i protagonisti per la situazione in cui ci troviamo. Perciò, per capire bene che cosa possiamo avere imparato in ogni occasione, dobbiamo compiere un passaggio fondamentale, lo vediamo.

2. Diventa davvero consapevole delle tue azioni.

Per capire le esperienze vissute dobbiamo riflettere, e fin qui nulla di nuovo, ma c’è un problema.

Pensa al gioco del “dì la prima cosa che ti viene in mente”: si parte da una parola di un certo campo semantico e si finisce verso chissà quale frontiera. Per esempio, partendo dalla parola "lasagne":

lasagne > maccheroni > spaghetti > capelli > biondo > moro > scuro > mogano > legno > asse > briscola…

Sono tutte associazioni per varie analogie - anche errate come per esempio “briscola” per “asse”, mentre avrebbe richiesto la parola “asso”: pensa dunque che salto si è verificato dal principio del gioco! Queste analogie non rispettano una logica d’insieme. Perché? Perché non cercano un senso, cioè una direzione precisa di consapevolezza.

Il rischio di riflettere a mente è di farlo in modo disordinato.

Quando pensiamo mentalmente i pensieri si affastellano in modo non necessariamente logico, anzi spesso in modo illogico, oltre che analogico, come abbiamo visto. Si tratta del flusso di coscienza: qualcosa di analogo al gioco del “dì la prima cosa che ti viene in mente”. Dunque, come potremmo dare il senso logico, e quindi utile, e i nostri pensieri? La soluzione è semplice.

3. Parla ad alta voce oppure scrivi.

Se racconterai della tua esperienza ad alta voce, o per iscritto, ti costringerai a trovare un interlocutore, cioè un’ipotetica persona cui rivolgere i tuoi pensieri. Se ti costringi a trovare un interlocutore, allora ti costringi a ragionare in modo logico e a costruire un discorso sensato. Ed è questa la base per compiere una consapevole analisi della tua esperienza, per darle valore reale e per capire bene che cosa hai fatto e come potresti fare domani, anche per migliorare le tue capacità.

Ma attenzione, l’interlocutore immaginario, in realtà, non sembra essere poi così immaginario. Lo stai già vedendo?

Se pensi che quell’interlocutore cui parlerai o scriverai sei tu medesimo, allora, sì, è proprio così. Puoi parlare a te stesso.

Il vantaggio di parlare o scrivere per se stessi è che ridurrai il rischio di ansia da prestazione. Con te potrai essere super sincero, perché se hai provato un’emozione, l’hai provata, ed è un tuo diritto averla provata e riconoscertela.

Il risultato sarà un’esperienza potenziante della tua consapevolezza. 

Il risultato sarà l’allontamento dallo sterile addestramento.

Il risultato sarà un apprendimento consapevole e cosciente.

Sono consapevole quando so che cosa fare e come farlo, sono cosciente quando sono consapevole di essere consapevole, e cioè quando so vedermi da fuori.

Nel video qui sopra puoi vedere il suggerimento su come condurre un’analisi della tua esperienza pratica usando la tecnica della scrittura. 

Si tratta del metodo che utilizzo con i miei clienti in formazione e in consulenza. Lo stesso metodo che ho applicato nel mio manuale pratico Public Speaking Leader. In pratica, prima l'esperienza e solo successivamente la riflessione ragionata sul vissuto dell’esperienza. 

Per questo preparo per i miei clienti specifiche e mirate interviste che le aiuteranno a capire il proprio vissuto e dunque ad approfondire l'esperienza personale. Con il risultato che in tal modo potranno diventar davvero esperti. Perché è la nostra esperienza che ci rende esperti.

Ho preparato un rapido video training gratuito con esercizi pratici per imparare da subito a conoscere il TONO DI VOCE. Il tono della voce è l'uno strumento fondamentale per cominciare a diventare consapevole della tua espressività e quindi della tua capacità di coinvolgere le persone. 

Se ti interessa approfondire queste tematiche, puoi seguirmi su YouTube o su LinkedIn.

Oppure contattami per sapere come posso aiutarti con la consulenza privata.

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Il linguaggio delle mani: come sfruttarlo per parlare in pubblico

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6 errori nelle formazioni in public speaking.