34. Comunicazione professionale: domande & risposte.
In questa puntata di domande e risposte affronto parlo di:
come ritrovare il filo del discorso quando l'ansia prende il sopravvento,
il significato della "buona ragione" anche in chi ha torto,
come non sembrare noioso parlando dopo un collega brillante e
come rendere le riunioni efficaci dando una direzione chiara fin da subito
infine rispondo anche a come sollecitare un parere quando in riunione c'è silenzio assoluto.
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Ecco una sintesi delle domande e risposte.
1. Perdere il filo del discorso in ansia
Quando perdi il filo, considera che questo è spesso indice di creatività. I momenti di blocco arrivano o per un affastellamento di troppi concetti o per uno spin-off mentale, una digressione improvvisa. La soluzione: prenditi tempo. Esempio: se hai le slide, riguardale in silenzio. Individua una parola chiave della slide e usala per riprendere il tuo ragionamento. Questa analisi ti serve anche per il futuro: capisci se devi semplificare la presentazione o includere lo spin-off la volta successiva, se lo hai ritenuto necessario per quel pubblico specifico.
2. Cercare la "buona ragione" anche in chi ha torto
Quando dico che bisogna cercare la "buona ragione" anche in chi ha torto clamoroso (ad esempio, urla in riunione), intendo che ogni azione è mossa da una ragione sufficientemente potente. Non significa che approvo il comportamento esecrabile, né che si debba fare lo psicoterapeuta. Si tratta di capire la dinamica che ha portato a quell'azione, perché se ignori questa ragione, la persona rischia di ripetere in futuro quel comportamento indesiderabile che genera conflitto nel team. Capire la ragione serve per collaborare nel migliore dei modi possibili.
3. Come non sembrare noioso dopo un "animale da palcoscenico"?
Se parli dopo un collega brillante e tu sei più sobrio e tecnico, puoi agire su due fronti:
collaborazione: lavora con il collega prima dell'appuntamento. Questo serve a creare affinità di intenzioni, non di stile. Il collega può introdurre la tua parte in modo sinergico. Chi ascolta deve sentire che state collaborando (deve essere vero).
obiettivo personale: focalizzati sul risultato che vuoi ottenere sulle persone. Non devi solo dire i contenuti perché vanno detti. Chiediti quali scoperte o rivelazioni le persone devono avere dalle tue informazioni. Se tocchi le loro problematiche e i loro dubbi, dimostrando come i tuoi contenuti migliorano il loro quotidiano professionale, non sarai noioso, anche se presenti dati tecnici.
4. Riunioni lunghe senza decisioni
Se le tue riunioni finiscono lunghe e inconcludenti perché "ognuno dice la sua," è perché manca una direzione chiara. La riunione comincia prima che sia convocata. La direzione va data in fase di convocazione via email, con un oggetto chiaro e un Ordine del Giorno (ODG) super chiaro e con un numero ragionevole di punti.
5. Silenzio assoluto quando si chiede un parere
Se in riunione chiedi un parere e ottieni "scena muta," è probabile che tu stia usando formule troppo generiche, come Ci sono domande? o Che cosa ne pensate? Queste formule creano troppi passaggi mentali per gli ascoltatori. Il mio consiglio: cerca di essere più verticale e specifico. Invece di chiedere se un dato sia piaciuto, chiedi Qual è il numero che vi ha colpito di più? Questo porta le persone a ragionare diretti e immediati sull'informazione e sull'opinione.
A proposito di chiedere, se vuoi fare le tue domande, scrivile da qui.
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Chi è Stefano Todeschi
Sono consulente e formatore specializzato in public speaking pratico. Lavoro con imprenditori, manager e professionisti appassionati che vogliono saper coinvolgere clienti e collaboratori durante presentazioni, incontri e meeting aziendali.
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