Dalla insicurezza alla sicurezza. La struttura logico narrativa per parlare bene.

Tre step pratici per sviluppare discorsi, contenuti e presentazioni in modo migliorare il senso di sicurezza parlando.

Ci dicono: «Se vuoi, puoi. Se pensi positivo, tutto è possibile». Ma è davvero così semplice?

Ora, è vero che, se siamo presi da pensieri negativi mentre parliamo, possiamo avere ansia da prestazione. Tuttavia siamo certi che per far andare tutto per il meglio sia sufficiente dire: "adesso penso positivo e quindi mi sento più sicuro o sicura"? Belle parole, tuttavia...

Il punto è non tanto pensare positivo, ma parlare usando una struttura del discorso che sia positiva.

La struttura: è questo che ci permette un lavoro più profondo e soprattutto più duraturo.

Ecco cosa possiamo fare: strutturare il nostro modo di parlare [e quindi di pensare] per sentire sempre più sicurezza quando parliamo e per far sentire la nostra sicurezza a chi ci ascolta. Che poi magari ci ringrazia.

Lo scopo è di trovare la nostra forza nel nostro modo di esprimerci. Ecco i 3 passaggi pratici della struttura logico narrativa (che io chiamo struttura "della commedia").

STEP 1: di che cosa voglio parlare?

Questo sta alla base di tutto: partiamo con il tema/problema. Quando parliamo a un cliente o un collaboratore dovremmo cercare di andare dritti al punto.

Nel titolo di questo articolo ho fatto riferimento all'insicurezza nel parlare e interagire con le persone. È un problema angosciante, inibente, che deve e può essere superato. Ma come vedi io non ho nemmeno nominato la parola problema, è semplicemente sottintesa. Qui la scelta è tua:

  • puoi esplicitare che si tratta di un problema,

  • oppure puoi lasciare sottintesa la problematica e puntare subito sul risultato desiderato. Un desiderio che scaturisce da un bisogno non appagato, appunto il problema.

E poi ho introdotto l'articolo con il risultato che potresti attenderti dalla lettura: Tre step pratici per sviluppare discorsi, contenuti e presentazioni in modo migliorare il senso di sicurezza parlando.

In questo modo mi sono semplificato il lavoro, perché è esattamente questo di cui voglio parlare, né più né meno. E desidero che tu ottenga risultati. Di questo ti parlerò in particolare con il terzo step. In sintesi: dritto al punto problematico e a ciò che prometto. 

Naturalmente, prima di tutto dobbiamo riconoscerci il diritto a dire la nostra opinione, la nostra idea. Se vuoi puoi procedere nella lettura, oppure puoi vederti questo video:

STEP 2: ti convince davvero?

Qui entriamo nel personale. Se stai preparando la presentazione di un nuovo prodotto o un nuovo servizio, chiediti che cosa ti convince e che cosa ti affascina di questo nuovo prodotto o nuovo servizio. E poi chiediti che cosa invece NON ti convince. Ciò che non ti convince potrebbe indurti a parlare in modo insicuro. Significa che dovremmo forse simulare sicurezza?

No, simulare sicurezza è un'attività di finzione che richiede l'arte di attori professionisti.  Un'arte che costa fatica, soprattutto a chi attore/attrice non è. E poi, diciamoci la verità: con che risultati? Saremmo credibili in tale finzione?

Tutto questo rischia di procurarci stress per l'ansia da prestazione. Potresti arrivare a chiederti: ma come faccio a convincere le persone se io stesso non ci credo? Domanda lecita, ci lavoriamo.

Ti consiglio di fare due liste e metti nero su bianco:

  1. i contenuti che ti convincono del tuo intervento (mi sa che li dirai volentieri);

  2. e i contenuti che NON ti convincono e che potrebbero metterti a disagio proprio perché non ti convincono.

Qual è il vizio che abbiamo solitamente? Anche se fin da bambini ci hanno sempre insegnato che viene prima il dovere e poi il piacere, in realtà spesso abbiamo il vizio di applicarci prima sulle cose che ci piacciono e poi, qualora resti tempo, su ciò che non ci piace. Ma facciamo che ci vogliamo bene? 

Se per qualche ragione tu fossi tenuto o tenuta a parlare di certi contenuti nonostante non ti piacciano o non ti convincano, puoi usare la tecnica del dulcis in fundo. 

Puoi strutturare il tuo discorso presentando per primi i contenuti che ti fanno sentire meno sicurezza, per poi arrivino finalmente ai contenuti che ti convincono di più. Questa è la prospettiva logico narrativa che ti permette di guardare i tuoi discorsi in un'ottica risolutiva. Esattamente come in un film commedia: i nodi iniziali si sciolgono e infine possono vivere tutti felici e contenti. Lieto fine. Ciò significa, che ogni discorso, intervento o presentazione terminerà con il piacere, ciò che ti piace e che ti convince di più. Chi ti ascolta lo sente. Lieto fine. Inoltre, tu per primo lo senti. Lieto fine.

Detto in altri termini: prima il dovere (quello che meno ci convince) e poi il piacere (quello che più ci convince e, perciò, ci piace di più).

In questo video, inoltre, parlo della ricerca dell'entusiasmo quando spieghiamo un'idea o una proposta:

STEP 3: il lieto fine.

Capita che i miei clienti consulenza mi chiedano presto «come posso chiudere la mia presentazione con una bella frase a effetto?» Oppure: «che citazione di quale autore potrei mettere alla fine per chiudere con il botto?». Questi sono falsi problemi. Perché finiremmo per incaponirci sui dettagli perdendo però la visione di insieme, che è la struttura. Ti consiglio di vedere il video qui sotto: trovi i contenuti dell'articolo con la struttura logico narrativa (della commedia) di cui ti parlo ora.

Nella struttura logico narrativa il finale è il lieto fine, e il lieto fine è il risultato doppio

  1. quello che tu desideri per chi ti ascolta

  2. la percezione della tua sicurezza. Percezione sia per te sia per chi ti ascolta.

Ho strutturato le parti dell'intero video e gli step di questo articolo in questo modo:

  • all'inizio un problema esplicito o implicito,

  • poi un po' di difficoltà e di "peripezie" per affrontare il problema,

  • e alla fine il risultato, usando la parola in modo più o meno esplicito. LIETO FINE.

Evitiamo allora di perdere tempo a scervellandoci per a cercare chissà quale frase roboante.

Evitiamo - peggio ancora - di chiudere con frasi di altri autori: se chiudessi con frasi di altri autori il rischio sarebbe che chi ti ascolta si ricorderà solo di loro, sempre per via della struttura logico narrativa. Perché ciò che conta per noi è sempre il finale.

Puoi leggere anche => Come fare citazioni e che risultati si ottengono

Facciamola semplice: hai chiuso con un lieto fine? Evviva: e vissero tutti felici e contenti! Questo ti permette due vantaggi contemporaneamente:

  1. Mentre parlerai, grazie a questa struttura, penserai in modo logico narrativo tendendo alle soluzioni: è la struttura logico narrativa positiva (o della commedia). Ed è questo che ti aiuterà a sentirti sempre più sicuro o sicura.

  2. Chi ti ascolta si sentirà rassicurato e sostenuto grazie alla struttura che dal problema porta al lieto fine.

 In sintesi, ecco la struttura logico narrativa (della commedia):

  1. Problematica più o meno esplicita

  2. Sviluppo della problematica

  3. Lieto fine con il risultato più o meno esplicito.

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