5 esercizi per parlare in pubblico con più efficacia.

Articolo aggiornato il 18 aprile 2025.

Parlare bene e con sicurezza non è un dono di pochi eletti, ma un'abilità che puoi allenare e migliorare come un muscolo.

Qui trovi 5 esercizi pratici che puoi iniziare a fare da subito per potenziare la tua comunicazione.

Sono gli stessi esercizi base che eseguono i miei clienti nelle consulenze e formazioni, quando lavoriamo sulla qualità delle loro presentazioni.

Servono a comunicare bene con le persone.

Questi esercizi rispondono alla domanda fondamentale: come imparare a parlare in pubblico?

Si impara a parlare in pubblico attraverso l'allenamento costante con esercizi mirati (su voce, parole, gesti, contenuti, idee) e applicando subito questa preparazione in situazioni comunicative reali

È vitale cercare attivamente occasioni per parlare e accumulare esperienza di pratica nella realtà quotidiana.

È l'esperienza diretta che permette di migliorare la comunicazione personale.

Il succo è questo: imparare a parlare in pubblico significa conoscere la tua comunicazione personale. Per poi migliorarla.

Con questi esercizi lavorerai su aspetti fondamentali del parlare in pubblico, come la qualità della voce, la chiarezza delle parole, l'efficacia della gestualità, l'uso strategico delle pause e su come trovare idee brillanti per le tue presentazioni e per ogni intervento che farai con clienti, collaboratori o colleghi.

Indice

1. Esercizi per migliorare la qualità della voce.

Perché è importante? La tua voce è il veicolo principale del tuo messaggio. Una voce curata, calda e sicura cattura l'attenzione e trasmette fiducia, indipendentemente dal contenuto.

Allenarla significa dare più forza alle tue parole. Che saranno comprese meglio da chi ti ascolta.

Step 1 - Riscaldamento muscolare: il massaggio

Suggerimento. Massaggia delicatamente i muscoli del viso e della mandibola per circa 30-60 secondi, cercando di sciogliere le tensioni.

Tenendo la bocca chiusa utilizza la tua lingua per massaggiare internamente le tue guance: a destra, a sinistra, in alto in basso.

In questo modo darai elasticità al  più importante amplificatore della tua voce, la bocca.

Step 2 - Agilità mandibolare: la gomma immaginaria

Suggerimento: esegui questo movimento per circa 30 secondi, sentendo la mandibola muoversi liberamente e con morbidezza.

Fai finta di avere in bocca una gomma da masticare e comincia a masticarla. Spostala da un lato all'altro della tua bocca avanti e indietro, fai movimenti prima piccoli poi sempre più ampi e senza forzare.

Importante: esegui con delicatezza.

Step 3 - Controllo del flusso: il suono continuo

Suggerimento: prova a mantenere il suono per almeno 15 secondi, concentrandoti sulla regolarità del flusso d'aria. In ogni caso, prendi aria prima di esaurire la tua resistenza. Rispettati!

Inizia a riscaldare le corde vocali facendo passare il primo flusso d'aria: produci il suono di una FFFFFF continua.

Ora produci il suono di una SSSSSSS muta, per intenderci la S di… "esse".

Ora passa alla SSSSSSS sonora, altrimenti detta S dolce, che in pratica è la S di "asola".

Con la S sonora inizierai a far vibrare le corde vocali.

Step 4 - Risonanza e calore: la vocale profonda

Ora pronuncia un MMMMMM continua.

Ripeti più volte e ad un certo punto apri la bocca con delicatezza per pronunciare una AAAAAA prolungata.

Se lo desideri, puoi giocare con i volumi della AAAAAA.

Suggerimento: ripeti l'emissione della AAAAAA lunga per 3-5 volte, cercando ogni volta una maggiore apertura e profondità. Non forzare mai.

Nota bene: se mentre esegui questi esercizi senti bruciore, fastidio o irritazione alla gola, forse stai forzando. Il consiglio è di fermarti ed eventualmente rivolgerti ad uno specialista, come un foniatra, un otorino o un logopedista.

2. Esercizio per migliorare la qualità delle parole.

Perché è importante? Parlare non basta, bisogna farsi capire. Una buona articolazione rende le parole nitide e comprensibili, evitando che l'ascoltatore debba fare fatica o perda pezzi dell’intervento.

Per migliorare la comprensibilità delle parole che pronunci puoi fare come a scuola quando scandivamo le sillabe delle parole.

Prendi un testo qualunque, un romanzo o anche le istruzioni di installazione della tua stampante. Leggi il testo scan-den-do le sil-la-be.

Trova un tuo ritmo nella scansione delle sillabe.

Pronuncia con decisione tutte le vocali. Immagina che le consonanti siano come puntelli che sostengono le vocali e pronunciale di conseguenza.

Esempio: ascolta il vocale di esempio con la lettura della prima terzina del canto I dell’Infermo della Commedia di Dante Alighieri:

Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.

Esegui per 2 o 3 minuti al giorno.

Di solito sono questi i tempi che suggerisco alle persone che seguo in consulenza privata.

3. Esercizio per migliorare la tua gestualità.

Perché è importante? Il corpo parla tanto quanto la voce. Una gestualità congruente con le tue parole rafforza il messaggio, trasmette sicurezza e aiuta a mantenere l'attenzione del pubblico. Questa coerenza si riflette sulle tue sensazioni mentre parli: meglio se sono piacevoli.

Ecco un esercizio di partenza che svolgono i miei studenti durante le formazioni e le consulenze private. Serve per migliorare la tua gestualità mettendola in diretta relazione con il contenuto del tuo discorso.

Nota bene: ciò che dobbiamo evitare è di diventare burattini in balia di scelte gestuali artefatte. In altri termini: dobbiamo evitare di gesticolare in modo finto. L'esercizio che segue serve proprio per renderti consapevole della tua gestualità naturale. Questo è il primo passaggio per poter poi decidere una gestualità volontaria sensata.

Esegui l’esercizio con un complice.

L'esercizio è più efficace se svolto in presenza di una persona che possa ascoltarti, va benissimo un parente o un amico.

Ti consiglio anche di video registrarti con il tuo smartphone. Inquadrati dalle spalle in giù, escludi il volto.

Permetti a te stesso di gesticolare: lascia mani e braccia libere di muoversi.

Dopo i 3 step che ti illustro qua sotto, ti aiuterò a riflettere sulla tua esperienza (se ora ti anticipassi i principi rischierei di condizionarti).

Step 1 - Consapevolezza corporea: il monologo libero

In 2 minuti parla in libertà di te stesso al tuo interlocutore, che si limiterà ad ascoltarti. Di che cosa? Quello che ti passa per la mente.

Step 2 - Consapevolezza corporea: il monologo fatto a pezzi

Ripeti la presentazione, ma questa volta prima di cominciare chiedi al tuo interlocutore che ti interrompa più volte per chiederti chiarimenti o approfondimenti su ciò che ritiene interessante sviluppare.

Rispondigli subito, senza esitazione, senza lasciare vuoti.

Step 3 - Consapevolezza corporea: il monologo autorevole.

Ripeti di nuovo la presentazione sempre con le interruzioni da parte dell'interlocutore, che può chiederti nuovi chiarimenti o gli stessi che ti aveva chiesto prima.

Questa volta, prima di rispondere, prenditi il tempo per riflettere. Chiedi al tuo interlocutore che ti lasci riflettere e perché tu possa sentire quale risposta sia la più opportuna.

Considerazioni sui risultati dell’esercizio (da leggere solo dopo l’esecuzione, resisti alla tentazione).

  1. Lo step 1 era di mera preparazione. Passiamo subito alle considerazioni sugli step 2 e 3.

  2. Nello step 2, in seguito alle interruzioni hai risposto con una reazione immediata. Il tuo interlocutore ha compiuto l'azione di interromperti e tu hai reagito rispondendo subito. Dovrebbe essersi trattato di una situazione di stress. Rifletti quanto ti sentissi in balia del tuo interlocutore. Ragiona su quale consapevolezza tu avessi della tua gestualità. Riguarda il video di registrazione per vedere quali gesti sono usciti durante il momento di stress. Sarà importante confrontarli con i gesti dello step 3.

  3. Nello step 3, invece, ti sei preso tempo per rispondere. Questo ha reso la tua reazione un'azione vera e propria. L'azione è carica di ragionamento. È carica di scelte intenzionali e volontarie.

Come gesticoli tu?

Le tre video riprese ti daranno l'idea del tuo modo di muovere mani e braccia a seconda delle tue reazioni.

Che differenza c'è fra il tuo modo di gesticolare durante il flusso di coscienza dello step 1, quando hai parlato in modo libero, e durante lo step 3, quando invece hai potuto ragionare prendendoti i tempi più opportuni?

Che connessione hai sentito con le tue stesse parole e i concetti che enunciavi?

Che differenza c'è fra la tua gestualità in un momento di stress durante lo step 2 e in un momento in cui decidevi di ri-centrare te stesso durante lo step 3?

Sul piano emotivo, come ti sei sentito nelle due situazioni?

Va detto che facendo una prova dopo l'altra la tua consapevolezza del contenuto diventa sempre più forte.

Quanto più sei consapevole del contenuto, tanto più la tua espressività diventa efficace. Non tanto perché le prove migliorino il risultato tecnico. Quanto, invece, perché la ripetizione ti permette di migliorare la connessione con ciò che stai dicendo e a chi lo stai dicendo.



Avvertenza importante: spesso troviamo online il consiglio di fare questo tipo di esercizi davanti allo specchio, in modo da poterti osservare durante l'esecuzione.

Si tratta tuttavia di un grossolano errore.

Se tu eseguissi questo esercizio allo specchio, durante l'esecuzione non potresti essere naturale, perché sciuperesti energie per controllare il tuo modo di muoverti e di gesticolare.

Inoltre rischieresti di concentrarti sul tuo aspetto fisico, da come ti vesti allo stato di salute che si può evincere dal colore dell'incarnato della giornata o cose di questo tipo.

Il vantaggio di eseguire questo esercizio utilizzando una videocamera consiste nel fatto che potrai vederti con calma successivamente dopo aver eseguito con la massima libertà l'esercizio. L'esecuzione risulta molto meno faticosa.



- In un altro articolo ho già parlato di gesto, lo trovi qui.

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4. Esercizio per migliorare i tuoi contenuti grazie alle pause.

Perché è importante? Le pause non sono banali vuoti, ma strumenti potentissimi di comunicazione. Le pause danno respiro al discorso, permettono a chi ascolta di assimilare i concetti, creano suspense e sottolineano i punti chiave. L’uso consapevole delle pause trasforma un monologo affannato in una comunicazione ponderata ed efficace.

Un errore diffuso. In giro per il mondo, vi è chi dice di contare durante la pausa (cose tipo 1001, 1002, 1003).

Il problema di questo suggerimento è che, se tu contassi durante le tue pause, ti focalizzeresti sul nudo conteggio, rischiando di perdere il contatto con ciò che stai dicendo e a chi lo stai dicendo.

Esempio pratico per capirci di più:

  • Prova a leggere questa frase tutta d'un fiato: "Questo concetto è fondamentale per capire il prossimo passaggio quindi ascoltate bene".

  • Ora rileggila così: "Questo concetto è fondamentale [pausa] per capire il prossimo passaggio. [pausa] Quindi, ascoltate bene." Senti la differenza di impatto?

Chiediti: come vedevi i concetti appena letti durante le pause?

Il pensiero di chi ascolta si muove nel silenzio degli spazi vuoti (le pause), ma anche quando noi parliamo il nostro pensiero si muove nei nostri spazi vuoti. Che cosa accade in quegli spazi vuoti?

Esecuzione di riscaldamento: prendi un articolo di giornale e leggilo facendo pause al termine di ogni frase. Ogni volta che arrivi al punto della frase, fai una pausa di alcuni secondi. Leggi la frase come se non ve ne fosse nessun altra. Punto. Chiudila come se il testo finisse lì. Punto.

Ora sei pronto per eseguire i prossimi step.

Step 1 - Preparazione: esposizione libera

In 2 minuti parla di te stesso, liberamente. Tema libero (chi sei, che fai nella vita, che ti piace fare nel tempo libero…).

Step 2 - Analisi: indagine sulle tue sensazioni

Ora ripeti la stessa presentazione, ma questa volta, a ogni concetto che per te è importante, fai una pausa esageratamente lunga.

Forse non la faresti mai così lunga durante un discorso o una presentazione.

Durante la pausa ascolta i tuoi pensieri, le tue emozioni e sensazioni. Annotali se puoi.

Al termine, poniti domande come:

  • che cosa ho fatto fisicamente?

  • ho sorriso?

  • mi sono irrigidito?

  • ho inspirato oppure sospirato…?

  • mi sono massaggiato il mento o quale altro atto fra gli infiniti possibili?

Step 3 - Naturalizzazione: consapevolezza

Ancora una volta ripeti la presentazione di te stesso, e ancora volta fai pause.

Sul finire di ogni frase, dovresti mettere il punto. Immagina che ogni frase sia l'ultima della tua esposizione.

Al termine dell’esercizio, focalizzati su come sarà cambiato il contenuto.

Analisi dell'esercizio sulle pause.

Le pause ti dovrebbero averti permesso:

  • di potenziare la consapevolezza del tuo contenuto durante l’esposizione

  • di pulire il tuo discorso dalla ridondanze e dalle frasi inutili, come ad esempio le ripetizioni o le digressioni superflue.

Domande di consapevolezza:

  • La pausa era davvero solo un vuoto?

  • Che cosa pensavo durante la pausa?

  • Pensavo a ciò che sarebbe arrivato dopo?

  • Pensavo a ciò che avevo appena detto?

  • Come percepivo i miei concetti?

  • Come percepivo la mappa dei concetti mentre li esponevo?




PRINCIPIO FONDAMENTALE: qualsiasi tecnica è sterile se disgiunta da ciò che vuoi dire, da te stesso e da chi ti ascolta. Le tecniche sono solo uno strumento di appoggio per ciò che desideriamo comunicare, ciò che desideriamo esprimere di noi e ciò che desideriamo per le persone che ci ascoltano.

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5. Esercizio per trovare nuove ed efficaci idee per il tuo discorso.

Perché è importante? Avere qualcosa di interessante e pertinente da dire è la base di ogni discorso efficace. Questo esercizio ti aiuta a superare il blocco della pagina bianca e a generare materiale utile per le persone che ti ascolteranno, assicurandoti di avere contenuti solidi da comunicare.

Le prove ti porteranno a parlare in modo fluido, perché invece di perdere tempo cercando di ricordare a memoria frasi e concetti pensati davanti a una tastiera o con una penna in mano, potrai recuperare la tua memoria sull'esperienza che avrai vissuto con le prove.

- Qui ho parlato delle prove della tua presentazione > leggi

Step 1 - Messa a fuoco: scegli l'argomento specifico

Scegli un argomento di cui vorresti esprimere la tua opinione. Per esempio, la presentazione del tuo prossimo progetto, o la presentazione del tuo prodotto o servizio.

Stabilisci e scrivi su carta alcuni punti essenziali di quello che vorrai dire. L'ordine dei concetti in questo step non è rilevante.

Suggerimento: assicurati che l'argomento sia abbastanza circoscritto. Per esempio, "Il marketing" è troppo vasto, mentre "Come usare le Storie Instagram per promuovere un evento locale" è più specifico e gestibile.

Step 2 - Flusso creativo: brainstorming senza filtri

Parla in piena libertà del tema che hai scelto nello step 1.

Parlane senza darti alcun tempo prefisso. In questa fase non dovrai assolutamente giudicare le tue idee: qualunque idea che uscirà dalla tua bocca potrà esserti utile.

Dopo aver parlato, prendi appunti delle idee che saranno uscite. Segnale tutte!

Ora, quali di queste idee elimineresti e quali terresti?

Sei soddisfatto?

Vuoi trovare altre idee?

Se vuoi trovare altre idee, puoi ripetere questo step: ancora una volta parla del tema che desideri affrontare e di nuovo senza darti un tempo.

Suggerimento. Ribadisco: in questa fase non applicare alcun giudizio. L'obiettivo è duplice: quantità e libertà. Annota tutto, anche le idee apparentemente slegate o banali. Saranno la materia prima per dopo, per nuove ulteriori idee che sentirai centrate.

Step 3 - Strutturazione: organizza le idee in scaletta

Quando ritieni di aver raccolto le tue idee, stabilisci infine una scaletta con le idee che ritieni più opportune per il tuo intervento che vorrai fare.

Suggerimento: qui inizia il lavoro di selezione e organizzazione. Raggruppa le idee simili, elimina quelle meno pertinenti, individua un flusso logico.

La scaletta (o mappa mentale) ti servirà da guida: non scrivere tutto parola per parola. Lo scopo è mantenere spontaneità.

Ora sei pronto per ripetere lo step 2.

Ripeti ciclicamente gli step 2 e 3 fino a quando non avrai raggiunto una forma del tuo intervento che sentirai fluida, piacevole, tua.

6. Conclusione: come imparare a parlare in pubblico?

La chiave per imparare a parlare in pubblico e migliorare la tua comunicazione prima possibile è: non aspettare.

Quindi: subito la pratica. Non c'è scorciatoia. A parlare in pubblico, cioè comunicare e interagire con le persone, si impara sul campo.

Gli esercizi che trovi qui sono il tuo "riscaldamento", il modo per preparare gli strumenti – voce, parole, corpo, idee. Ma poi devi usarli.

Quindi, come si impara concretamente?

  • Inizia subito: usa questi esercizi come punto di partenza immediato. Non rimandare.

  • Fai: cerca occasioni per parlare con consapevolezza. Anche piccole. L'azione sblocca e costruisce l'abilità.

  • Sii attento: non controllare te stesso, ma osserva te stesso. Significa, come negli step degli esercizi qui sopra, guadagnare consapevolezza di come comunichi e che cosa cambia modificando uno o più fattori.

  • Approfondisci: metto a disposizione tante risorse per guidarti, come i video corsi gratuiti, per riflettere e a fare pratica.

Infine, la chiave, come in ogni allenamento, è la costanza.

Non devi stravolgere le tue giornate.

Prova a dedicare anche solo 10-15 minuti al giorno a uno di questi esercizi. Scegline uno, concentrati su quello per quel giorno, il giorno seguente passa al successivo esercizio.

Osserva i piccoli miglioramenti, giorno dopo giorno.

Goditi il percorso, sperimenta, mettiti alla prova per permetterti di ottenere risultati concreti.

Vai al sodo e fai la pratica!

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Stefano Todeschi

Chi è Stefano Todeschi.

Stefano Todeschi è consulente e formatore specializzato in public speaking professionale.
Lavora con imprenditori, manager e professionisti appassionati che vogliono saper coinvolgere clienti e collaboratori durante presentazioni, incontri e meeting aziendali. 

È dottore in Processi formativi, specializzato in formazione e apprendimento degli adulti. Ha ideato il metodo Public speaking pratico che applica nelle consulenze e formazioni. Niente lezioni frontali o montagne di slide. Ogni sua consulenza e formazione inizia sempre dalla pratica. Ha tradotto il metodo nel manuale Public speaking pratico, oggi alla sua terza edizione. 

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